Il restauro del modello ricostruttivo di Villa Adriana dell’Architetto Italo Gismondi
Ottobre – Dicembre 2020
CENNI STORICI
L’architetto Italo Gismondi realizzò il plastico di Villa Adriana in due occasioni: la prima fu rappresentata dalla Mostra Augustea della Romanità, avvenuta nel 1938, la seconda dalla nuova sistemazione per la fruibilità dell’area archeologica, a seguito delle campagne di scavo e degli importanti ritrovamenti che ne conseguirono. Quella conservata attualmente nel cd. Edificio del Plastico (anch’esso progettato da Gismondi) è la seconda versione, realizzata nel 1956 e quindi più aggiornata rispetto alla prima e rielaborata alla luce di una serie di acquisizioni che gli scavi eseguiti in quegli anni avevano evidenziato. Il modello, realizzato in gesso con armature in metallo e fibre naturali (come il più grande e noto plastico di Gismondi che ritrae la Roma di Costantino, conservato nel Museo della Civiltà Romana), è formato da diverse sezioni accostate fra loro a riprodurre anche le differenti quote dei terrazzamenti sui quali si trovano i vari edifici della villa. Il Plastico di Villa Adriana, oltre al valore intrinseco del manufatto dal punto di vista storico ed estetico, possiede una particolare importanza all’interno del sito poiché rappresenta la prima tappa del percorso del visitatore e, grazie a tale posizione, permette una iniziale comprensione della complessa articolazione spaziale, dell’estensione e delle strutture della villa.
STATO DI CONSERVAZIONE
La superficie esterna del plastico risultava ricoperta da uno spesso strato di depositi incoerenti: la maggior parte del deposito era caratterizzato da una finissima polvere bruno-rossastra proveniente dalla strada che passa vicino alla sala del plastico (foto 1).
In corrispondenza dei giunti tra i pannelli erano evidenti numerose fratture anche piuttosto profonde e spesso associate a distacco e perdita di materiale in alcuni punti con conseguente avvallamento della superficie e rischio di cedimento strutturale (foto 2).
Alcuni elementi compositivi, come alberi cespugli e parti di elementi architettonici, erano danneggiati o mancanti (foto 3). Recuperati nel corso degli anni, erano conservati presso il laboratorio dell’Istituto in attesa dell’intervento di restauro.
Tutto il plastico mostrava evidenti tracce di diversi interventi di restauro e manutenzione (non sempre idonei)
indirizzati oltre che alla reintegrazione di piccole lacune e fratture, anche alla sostituzione di alcuni elementi come alberi e colonne.
La struttura lignea interna di supporto è costituita da un sistema a più livelli, composto da listelli e travi, sul quale le sezioni sono direttamente vincolate per mezzo di perni e “legature” in gesso. Tale struttura mantiene la porzione modellata a circa 70 cm da terra ed è rivestita ai lati con sottili pannelli lignei dipinti di grigio.
È presente un sistema di illuminazione interno (non più funzionante) associato a delle prese di corrente realizzato con un intricato sistema di cavi e micro-lampadine che avevano la funzione di illuminare ed evidenziare delle zone specifiche del plastico dall’esterno (foto 4).
In generale la struttura interna è risultata in buono stato di conservazione anche se alcune travi o listelli non erano più in grado di svolgere la funzione di sostegno in quanto parzialmente deformati o, nel caso dei supporti verticali, non più perpendicolari al terreno.
In alcuni casi tuttavia dove le lastre in gesso hanno subito delle fratture, anche i giunti sono risultati danneggiati.
L’INTERVENTO DI RESTAURO
Per poter effettuare l’intervento di restauro, ad opera dalla Ditta Individuale Nicola Pagani, si è dovuto ricorrere all’utilizzo di un ponteggio mobile creato ad hoc che si potesse spostare in modo da poter raggiungere agevolmente anche la zona centrale del plastico, altrimenti inaccessibile (foto 5).
La prima fase è consistita nella rimozione a secco dello strato di polvere e depositi superficiali incoerenti per mezzo di aspirazione e micro-aspirazione con ausilio di pennelli (foto 6).
Dopo aver effettuato dei test di pulitura con diversi solventi e confermato la reattività della superficie a tutti i solventi utilizzati, si è scelto di intervenire con una pulitura meccanica a bisturi e strumenti di precisione come specilli e spatole per uso dentistico per rimuovere i depositi coerenti.
I frammenti di pellicola pittorica sollevata sono stati fatti riaderire con resine acriliche e si è successivamente proceduto con l’incollaggio dei frammenti in gesso e la stuccatura dei giunti di adesione tra i vari pannelli.
Infine sono state realizzate le integrazioni delle lacune e le micro-stuccature e le integrazioni cromatiche nei punti di mancanza di pellicola pittorica e di giunzione dei pannelli (foto 7).
Gli elementi mancanti come siepi, archetti, colonne e statue sono stati ricostruiti in gesso (foto 8) per imitare gli elementi originali della stessa tipologia mentre si è scelto di rimuovere quegli elementi di restauro collocati durante i precedenti intervento di restauro, perché considerati non coerenti dal punto di vista stilistico e realizzati con materiali non idonei.
Per la struttura interna si è proceduto dapprima con una pulitura di tutti gli elementi lignei; successivamente sono stati posizionati degli ulteriori listelli e sezioni trasversali a rinforzo degli elementi portanti e rinforzati con delle viti i punti di ancoraggio tra i supporti dei pannelli gesso in modo da ridurre la loro mobilità che potrebbe causare nuovamente fratture o fessurazioni del modellato.
Per precauzione, tutte le parti lignee sono state infine trattate a pennello con prodotto antitarlo specifico.