XVI Edizione della Giornata del Contemporaneo VILLAE. FUTURE RADICES
L’Istituto Villa Adriana e Villa d’Este – Villae partecipa sabato 5 dicembre 2020 alla XVI Giornata del Contemporaneo, il grande evento che AMACI, l’Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani dedica al suo pubblico. In quest’anno profondamente condizionato dall’emergenza pandemica, la Giornata del Contemporaneo assume una veste necessariamente diversa da quella tradizionale, che opera su un doppio binario, online e offline.
Per questa sedicesima edizione i progetti proposti dalle Villae, veicolati sui canali social, sono molteplici e profondamente calati nella stretta attualità, da cui il titolo Villae. Future Radices. Il gioco di parole scaturisce in primo luogo dal fatto che la progettualità coinvolge in parallelo entrambi i siti UNESCO, Villa Adriana e Villa d’Este, ed esprime l’interesse delle Villae, nonché l’investimento sull’arte e sulla ricerca contemporanea, con programmi che veicolano e amplificano il messaggio universale e trasversale dei siti Patrimonio dell’Umanità. D’altro canto si tratta di interventi ed azioni che, chiusi al pubblico nel mese di novembre a causa della pandemia, affrontano, in maniera diretta ed emotivamente immersiva, le esigenze spirituali ed intellettuali di oggi con sensibilità attuali, sublimandone le aspettative, le paure e i desideri più profondi. La proposta contemporanea delle Villae sia avvia inoltre a diventare collezione e ad essere sempre più fruita anche digitalmente
Tale operatività viene ribadita durante la Giornata del Contemporaneo attraverso la presentazione di opere significative. La prima trova piena espressione grazie al format Level 0 di ArtVerona, a Villa Adriana nell’intervento di Tomaso De Luca (Verona, 1988) che ha realizzato In case you get caught in the forest (2020, videocolor, sonoro, 4’30”), un’installazione site specific presso il monumentale Teatro Marittimo.
“L’opera – racconta Andrea Bruciati, direttore delle Villae – mette in scena alcuni scatti privati riferibili a comunità urbane statunitensi falcidiate dall’AIDS negli anni Ottanta e Novanta del Novecento. L’immaginario erotico esce da una dinamica privata, portando con sé il fantasma dell’epidemia, come un diario abbandonato della nostra giovinezza. L’intervento, quasi poetico, enumera immagini di vecchi rotocalchi, melanconici sguardi di un erotismo d’antan, incastonate nella zona più intima della residenza imperiale. Attraverso il trascorrere delle fotografie ingiallite, si accarezza l’idea che ogni luogo celi una memoria privata ed una pubblica, meritevoli entrambe di essere salvate dall’erosione della storia”.
Per quanto concerne Villa d’Este invece si rappresenta il racconto di Ecce homo: l’incontro fra il divino e l’umano per una diversa antropologia. Una introduzione, con il pluripremiato video di Anri Sala (Tirana 1974), Uomoduomo (2000, videocolor, 1’41’’) che, ambientato presso la suntuosa Sala del Trono, rappresenta emblematicamente l’eccentrico percorso in solitaria dell’esposizione
“La prospettiva della mostra – prosegue Andrea Bruciati – esprime il significato profondo e universale della passione di Cristo, consentendo di accostare iconograficamente ad essa differenti percorsi umani e artistici, diacronici alle epoche ma dalle affini sensibilità culturali. Fra gli artisti contemporanei si annoverano Mario Giacomelli, Anri Sala, Hermann Nitsch, ma anche il musicista Moby con il video musicale Natural Blues, a significare la costante attualità e la poliedricità di linguaggi, talora dirompenti e dolorosi, motivo di riflessione e speranza che connota la fragilità della condizione umana”.