Nicola Samorì_LE OSSA DELLA MADRE

 

Le VILLÆ sono liete di presentare la mostra Le Ossa della Madre dell’artista Nicola Samorì (Forlì, 1977), nelle sale di Villa d’Este a Tivoli dal 19 febbraio al 19 aprile 2022. L’intervento, organizzato con la Galleria Monitor (Roma, Lisbona, Pereto), scaturisce da Level 0, format di ArtVerona che ogni anno si dimostra importante opportunità di collaborazione tra musei, artisti contemporanei e gallerie. In tale occasione il direttore delle VILLÆ Andrea Bruciati ha invitato Nicola Samorì a confrontarsi con le suggestioni della dimora del Cardinale Ippolito d’Este.

Un lapidario, quasi una pinacoteca orizzontale, si unisce idealmente alle decorazioni che rivestono interamente le pareti delle sale di Villa d’Este, costituendone un’estensione minerale che assume le “deformità” della pietra per farne il generatore della narrazione pittorica. Si tratta di un’inedita e vasta presentazione di pietre con una alternanza continua di onici, marmi e brecce, dipinti oppure lasciati al grezzo, che custodiscono sulla loro superficie un campionario di geodi, di fessure e di passaggi repentini di tono.  La pietra di scarto diventa la pagina dove si aprono segni guida, quasi una dittatura della lastra che, dopo essere stata scelta, “sceglie” a sua volta l’immagine adatta ad interagire con la sua malformazione.

Le pietre, come narra Ovidio nel mito dei progenitori dell’umanità Deucalione e Pirra, subiscono una metamorfosi divenendo corpi: S’incamminarono e si velarono il capo e si slacciarono le vesti, e lanciarono all’indietro dei sassi, ubbidendo al responso, sulle proprie orme. I sassi (…) cominciarono a perdere la loro fredda durezza, ad ammorbidirsi a poco a poco e, ammorbiditi, a prendere forma. Quindi crebbero, e diventarono di natura più tenera, e allora si cominciarono a intravedere delle forme umane, ma ancora mal rifinite, come se abbozzate nel marmo, similissime a statue appena iniziate. Poi, però, se c’era in loro una parte umida di qualche succo e terrosa, questa passò a fungere da corpo; ciò che era solido e impossibile a piegarsi, si mutò in ossa; quelle che erano vene, rimasero con lo stesso nome (Ovidio, Metamorfosi, libro I).

I sassi sono “le ossa della madre”, scelti accuratamente in modo che possano suggerire, a una lettura attenta, rimandi con l’illustre spazio ospitante. Nella Sala di Noè, sotto l’affresco che racconta del patto di alleanza a seguito del Diluvio Universale, è infatti collocato Solstizio d’Inferno, un dipinto su onice dove la visione apocalittica del cielo – preludio al nubifragio imminente che sovrasta una legione di corpi in tumulto – non è costruita con la pittura, ma è preesistente nelle prodigiose screziature naturali del marmo. Samorì compie, secondo un procedimento comune a molta arte contemporanea, una vera e propria operazione di camouflage, dove gesto dell’artista e natura della materia si confondono l’uno con l’altro.

Nel Salone della Fontana, dove al Convito degli Dei dipinto sulla volta fa da contraltare a terra una sequenza di ventiquattro pietre dipinte poste specularmente allo schema dell’affresco, quattro busti marmorei sono collocati in alto entro le nicchie sopra le porte. Si tratta di volti apparentemente perfetti e levigati conformemente alla tradizione della grande statuaria, ma che a un secondo sguardo rivelano anch’essi ferite e mutilazioni, ora negli occhi (Lucìa), ora nella fronte e nel naso (Cunea); omaggio e al contempo provocazione nei confronti del busto antico, le quattro teste alterano i nostri metodi percettivi evidenziando nella materia sfregi che in realtà sono solo un modo differente di portare a compimento l’immagine.

“Grattare la superficie, scavare, dissotterrare – commenta Nicola Samorì – guardare indietro, lanciare i sassi/semi alle proprie spalle. Come se per ritrovare la forma, per rigenerare il corpo, si dovesse ripartire dal passato”.

“Inedite realizzazioni di artisti giungono nei fecondi spazi delle VILLÆ – prosegue il direttore Andrea Bruciati – tra questi Nicola Samorì. Il suo lavoro si manifesta come una rivelazione, un’apparizione nel cuore della pietra. Proprio da questo spirito nasce la potente fascinazione di Villa d’Este, per chi ammirando la bellezza sublime, frutto dell’ingegno umano che modella la natura, apre la mente a insolite vie di comprensione, nella speranza ambiziosa di comprenderne il segreto e il misterioso messaggio”.

 L’Istituto Villa Adriana e Villa d’Este e la Galleria Monitor stanno organizzando infine tre appuntamenti di approfondimento dei temi espositivi con personaggi di spicco della critica d’arte e del contemporaneo in Italia, Davide Ferri, Francesco Paolo Del Re e Anton Giulio Onofri. Gli incontri, oggetto di comunicazione dedicata per il prestigio delle personalità coinvolte e l’importanza dei contenuti, sono fruibili con titolo d’accesso a Villa d’Este.

NICOLA SAMORÌ, Le Ossa della Madre

Villa d’Este, Tivoli

19 febbraio – 19 aprile 2022

Ente organizzatore Istituto Villa Adriana e Villa d’Este –VILLÆ

con Galleria Monitor, nell’ambito del format Level 0, ArtVerona

a cura di Andrea Bruciati

Contatti: villaexhibitions@cultura.gov.it 

Biglietto di ingresso:

Villa d’Este con mostra, 13 euro

Villa d’Este con mostra + Santuario di Ercole Vincitore,15 euro

VILLAE PASS 3 giorni, 25 euro

VILLAE 365 abbonamento annuale individuale (50 euro), giovani 18 – 25 anni (10 euro), pubblico di prossimità (residenti tiburtini, 30 euro).

Riduzioni e gratuità secondo normativa vigente

NICOLA SAMORÌ

BIOGRAFIA E PERCORSO ARTISTICO

Nicola Samorì è nato nel 1977 a Forlì e si è diplomato nel 2004 all’Accademia di Belle Arti di Bologna. Pittore e scultore, nel suo percorso si evidenzia il tentativo di mettere in pericolo forme derivate dalla storia della cultura occidentale: in esse l’apertura del corpo rappresentato e della superficie pittorica si mostrano senza soluzione di continuità e si ha l’impressione che la nascita di una nuova opera comporti sempre il sacrificio di una antica.

A partire dal 2010 si affacciano nei suoi lavori le prime scorticature del pigmento, processo evidente in tre mostre del 2011: Baroque, LARMgalleri, Copenaghen; Scoriada, Studio Raffaelli, Trento; Imaginifragus, Christian Ehrentraut Gallery, Berlino. L’anno successivo si tiene la sua prima personale in una sede museale: Fegefeuer, Kunsthalle, Tubinga. Con la mostra Die Verwindung, allestita presso Galleria Emilio Mazzoli di Modena nel gennaio 2013, “l’artista ha finito per castigare ciò che aveva composto, giungendo così all’inevitabile e irrinunciabile assassinio della pittura” (Alberto Zanchetta).

Nel 2014 si sono succedute mostre personali e collettive allo Schauwerk di Sindelfingen, al MAC di Lissone, alla Kunsthalle di Kiel e negli interrati palladiani di Palazzo Chiericati a Vicenza. L’anno successivo è selezionato per partecipare alla 56ma Biennale di Venezia, e inserito nel progetto espositivo Codice Italia curato da Vincenzo Trione.

Sempre nel 2015 il TRAFO Centre for Contemporary Art di Stettino gli dedica una vasta monografica dal titolo Religo. Sono del 2016 i progetti personali alla Galleria Monitor di Roma e il primo solo show presso la sede di Lipsia della Galerie EIGEN + ART, a cui segue la partecipazione alla 16° Quadriennale Nazionale d’Arte di Roma e a Gare de l’Est, Teatro Anatomico di Padova.

Nel 2017 partecipa alla collettiva Art in Art presso il MOCAK di Cracovia e hanno luogo due monografiche al Centro Arti Visive Pescheria di Pesaro e alla Neue Galerie di Gladbeck. Fra il 2017 e il 2018 prende parte alla mostra The New Frontiers of Painting presso la Fondazione Stelline di Milano, dove ritorna nella primavera del 2019 in occasione della mostra The Last Supper after Leonardo. Nel 2018 gli esperimenti con la tecnica dell’affresco condotti nei due anni precedenti confluiscono nella mostra Malafonte alla Galerie EIGEN + ART di Berlino.

A fine 2019 tiene la personale Cannibal Trail, presso il Yu-Hsiu Museum of Art, Caotun (Nantou, Taiwan), la prima in Asia; a inizio 2020 allestisce a Napoli, presso la Fondazione Made in Cloister e il Museo Archeologico, il progetto Black Square e in settembre con la mostra personale In abisso torna nella sede berlinese della Galerie EIGEN + ART. In novembre apre una personale al Museo Mart di Rovereto dedicata alla figura di Santa Lucia, una delle immagini-guida degli ultimi anni del suo lavoro. Nel 2021 viene presentata a Palazzo Fava di Bologna l’antologica dal titolo Sfregi, un percorso di diciassette anni di lavoro in oltre ottanta opere.

Nicola Samorì_Le Ossa della Madre_Le opere

https://www.nicolasamori.it/

https://www.monitoronline.org/nicola-samori/