Il ritorno del coccodrillo
Torna nei Mouseia di Villa Adriana il coccodrillo del Canopo, dopo essere stato sottoposto a un intervento conservativo ed esposto sino al 12 settembre al MAXXI di Roma nell’ambito della mostra Io, VILLA ADRIANA di Luca Vitone.
Il coccodrillo era utilizzato come fontana nell’ambito del Canopo di Villa Adriana, dove fu rinvenuto negli anni Cinquanta del Novecento. Tale peculiarità è confermata dalla presenza di un foro passante dalle fauci al ventre dell’animale per l’alloggiamento di un tubo in piombo, ancora in parte conservato. L’acqua accentuava il colore bruno-verdastro del marmo cipollino, di cui era stato scelto appositamente un blocco con venature marroni, per ottenere effetti realistici. Il coccodrillo, inoltre, era stato ricavato insieme alla base da un unico blocco, al quale erano fissati con perni la parte terminale della coda e una porzione del basamento corrispondente. L’opera, uno dei rarissimi esempi di scultura in cipollino ad oggi conosciuti, esprimeva quel gusto per l’esotico che conobbe un discreto favore nel periodo imperiale, inserendosi nei richiami all’Egitto, al contesto nilotico e all’ambiente alessandrino di cui il Canopo era denso.
Le particolarità tecniche, materiche e artistiche del coccodrillo sono ora pienamente godibili, grazie al restauro sponsorizzato da Nove re SIIQ SpA ed eseguito dalla ditta Carlo Usai Restauro, sotto la supervisione dell’Ufficio Restauro dell’Istituto Villa Adriana e Villa d’Este.
L’intervento conservativo ha avuto come scopo primario quello di mettere in sicurezza le parti del manufatto più critiche e sollecitate, in particolare i punti di giuntura tra ventre e zampe dell’animale e base sottostante, dove erano presenti delle precedenti stuccature o si osservavano delle fessurazioni, in modo da garantirne la stabilità. Il restauro ha rappresentato inoltre l’occasione per sostituire o equilibrare cromaticamente vecchie integrazioni e per rimuovere gli strati superficiali di protettivi alterati relativi a passati interventi, recuperando così sensibilmente l’intensità della policromia peculiare del marmo cipollino.